Partirà oggi in Piemonte, in concomitanza con le celebrazioni per la Festa della Liberazione del 25 aprile, la campagna nazionale di raccolta firme per i quattro referendum della Cgil sulle maggiori tutele del lavoro, dal titolo: “Per il lavoro ci metto la firma”, con l’obiettivo di raccogliere 500mila firme in 3 mesi.
Questi i primi banchetti allestiti in Piemonte nelle giornate del 24, 25 e 26 aprile:
- 24 aprile: TORINO piazza Castello, dalle ore 20.00/ CUNEO piazza Galimberti, dalle ore 17.30/ BIELLA Villa Schneider, piazza Lamarmora ore 19.00-20.00/ MONGRANDO (BI) Salone Polivalente, via Elvo 3 ore 20.30-22.30;
- 25 aprile: COSSATO (BI) piazza Angioino 22, ore 9.30-12.30/ BIELLA FAVARO piazza Santuario d’Oropa 460, ore 9.00-12.00/ PINEROLO davanti Teatro Incontro, ore 20.00/ LACE (IVREA) area monumentale, dalle ore 11.00/ NOVARA piazza della Repubblica, ore 9.30-18.00/ VILLADOSSOLA area feste La Lucciola, dalle ore 14.00/ ALESSANDRIA davanti Camera del Lavoro corso Acqui, dalle ore 12.30/ ASTI Piazza San Secondo dalle ore 9:30 e Casa del Popolo, dalle ore 13:00 alle ore 16:00/ VERCELLI piazza Camana, ore 10.00-13.00 e ore 16.00-18.30/ VERCELLI piazzale Antico Ospedale, ore 10.00-13.00 e ore 16.00-18.30;
- 26 aprile: BIELLA Spazio Hydro via Cernaia 46, ore 19.00-22.00
Quattro i quesiti che il sindacato propone alle cittadine e ai cittadini, per modificare leggi sbagliare che hanno reso il lavoro precario, povero, mal pagato, insicuro.
La prima proposta mira a eliminare i meccanismi legislativi contenuti nel “Jobs Act” che, sul fronte dei licenziamenti dei dipendenti, ha concesso ai datori di lavoro grande libertà di manovra. La Cgil punta a cancellare le norme che permettono licenziamenti ingiustificati ed illegittimi, senza l’obbligo di reintegrare il lavoratore se assunto dopo il 2015.
La seconda, affronta il tema del tetto massimo di indennizzo, di cui ha diritto un lavoratore licenziato in modo ingiustificato, se assunto in un’azienda con meno di 15 dipendenti. L’obiettivo è quello di superare questa norma stabilendo che sia un giudice a stimare il valore della compensazione economica.
Nel terzo quesito referendario si affronta il tema dell’estrema precarietà dei contratti. La modifica proposta vuole abrogare l’articolo 19 del decreto legislativo 81/2015 che consente di stipulare contratti a temine anche senza alcun motivo. Un’azione necessaria per frenare il dilagare di contratti a tempo, senza sicurezze, limitando il loro utilizzo a causali specifiche e temporanee.
L’ultimo quesito invece, affronta il tema della sicurezza, proponendo di modificare le leggi che governano il sistema degli appalti. Oggi, se un’azienda aggiudicataria di un appalto cede un’attività a un’altra e questa a un’altra ancora, chi ha commissionato il lavoro non è responsabile in solido in caso di infortunio o di malattia professionale del lavoratore. Allo stato attuale, il lavoratore non ha diritto di chiedere risarcimento all’azienda che ha ottenuto l’appalto. Introdurre la responsabilità dell’azienda aggiudicataria dell’appalto, renderebbe il sistema degli appalti più sicuro.
Quattro proposte per rendere il lavoro tutelato, stabile, dignitoso, sicuro.