Alcuni gestori delle case di riposo si arricchiscono alle spalle dei lavoratori e la Regione Piemonte firma accordi per arginare il fenomeno ma, al momento di passare ai fatti, fa marcia indietro! È quanto sta accadendo nella nostra Regione dove alcuni gestori di strutture per anziani, disabili e di salute mentale hanno deciso di pagare meno i lavoratori e ridurre diritti applicando Contratti Collettivi Nazionali peggiorativi.
Nel mirino, ormai da mesi, il CCNL Anaste siglato con sindacati vicine alle imprese e pronti a firmare a danno dei lavoratori. Dopo scioperi e mobilitazioni promossi da CGIL CISL e UIL, la Regione Piemonte che dichiara, attraverso le parole dell’assessore al Welfare Marrone e dello stesso Presidente, di essere contraria a tali fenomeni, ha sottoscritto con i sindacati un protocollo per controllare e contrastare i passaggi a contratti “pirata”: pena la perdita dell’accreditamento.
Accordo che però al momento è disatteso e l’esodo delle aziende a contratti peggiorativi continua senza sosta. I prossimi passaggi sono infatti previsti per il primo di febbraio e interesseranno case di riposo nelle province di Asti e Novara. L’assessore Marrone se vuole essere l’assessore che serve – come citano i manifesti per sostenere la sua candidatura - occorre che prenda posizione a favore delle persone che lavorano, delle persone che hanno bisogno di cura e assistenza; servono politiche strutturate, solide e di prospettiva per ridisegnare il sistema del welfare della nostra Regione.
CGIL CISL UIL hanno quindi deciso di aprire lo stato di agitazione di tutto il personale impiegato nei servizi socio sanitari assistenziali educativi privati e accreditati.
Le lavoratrici e i lavoratori del comparto sono stanchi di vedersi mortificati. In una fase in cui l’inflazione è alle stelle non è tollerabile accettare certe condizioni. Chiediamo l’applicazione e il rinnovo dei contratti collettivi “buoni” del comparto, un comparto ancora invisibile, non riconosciuto, ma che garantisce cura ad anziani malati, persone fragili e con disabilità. Un pilastro fondamentale che si regge, troppo spesso, su condizioni deplorevoli di lavoro: turni massacranti, riposi inesistenti e bassi salari.
Mancano i controlli, le sanzioni sono deboli, non ci sono regole chiare per gestire quello che ormai è diventato un mercato grazie al quale è possibile arricchirsi. Inoltre, c’è una carenza strutturale di personale per ottemperare alle mansioni previste che causa danno ai pazienti/utenti ricoverati nelle strutture, vi è il mancato rispetto delle norme relative alla salute e sicurezza su luoghi di lavoro, si verifica un utilizzo eccessivo dei tempi parziali, dei tempi determinati, delle clausole flessibili.
La pazienza è terminata! Azioni di mobilitazione interesseranno tutti i territori della Regione Piemonte.