Stellantis in testa, ma non solo: le aziende che ormai ricorrono alla cassa integrazione in Piemonte (così come in tutt'Italia), sono ormai una triste normalità. Normalità di cui segnalavamo già la gravità e i rischi nella primavera di quest'anno: il dato sulla cassa integrazione ha subito una variazione importante in quasi tutte le province della nostra regione, con un'impennata importante che riguarda soprattutto i settori del manifatturiero, della logistica e delle costruzioni. Dati allarmanti, che esistono, persistono e crescono in maniera silenziosa; parallelamente tra le tante attività della Regione Piemonte, torna l'ormai consolidato evento di visite guidate nei siti industriali dei nostri territori, che era stato aperto nel 2017 e che porta il titolo di "Fabbriche Aperte Piemonte". Una tre giorni, dal 24 al 26 ottobre, che permette a cittadine e cittadini di entrare gratuitamente dentro a fabbriche e siti industriali per osservare da vicino i processi produttivi: un vero e proprio tour, una gita turistica, che rischia però di assomigliare sempre di più a uno specchietto per le allodole della situazione di crisi che il nostro indotto sta vivendo. 

La Regione Piemonte infatti, promuove l'iniziativa con l'intento (testuale) di valorizzare "le eccellenze economiche e tecnologiche, la cultura d’impresa e il senso di appartenenza delle comunità locali al sistema manifatturiero". Eppure viene spontaneo chiedersi quale "eccellenza" venga mostrata a cittadine e cittadini che approcciano nelle realtà industriali di oggi nel nostro Piemonte, dentro i quali lavoratrici e lavoratori vivono le difficoltà quotidiane di realtà occupazionali sempre più povere. Allo stesso modo, il dubbio che emerge è come un tour guidato di tre giorni possa effettivamente creare un valore aggiunto per il nostro indotto; se e come viene raccontato invece, del "dis-valore" o dell'indifferenza perpetuata nei confronti di questa grave situazione, resta ancora un mistero, visto che sempre di più la Regione tace in materia. Le questioni dell'indotto e della cassa integrazione infatti scivola sempre di più nel dimenticatoio delle comunicazioni e delle iniziative pubbliche di questo governo regionali, nonostante le dichiarazioni "spot" del Presidente nei confronti delle realtà sindacali.

Da una di queste dichiarazioni "spot", nasce una delle ultime promesse di Alberto Cirio su cui proprio in questi giorni abbiamo voluto fare una "prova del nove", in maniera unitaria, insieme a CISL e UIL regionali. Abbiamo infatti accettato la proposta, arrivata da parte del governo regionale, a discutere in maniera esplorativa il tema dei nuovi sostegni al reddito per lavoratrici e lavoratori che vengono da siti in crisi del settore automotive. Abbiamo chiesto alla Regione Piemonte”, ha dichiarato Giorgio Airaudo, Segretario Generale Cgil Piemonte, “di impegnarsi in un ruolo guida per salvaguardare il settore dell’automotive. Bisogna immaginare la riconversione del personale, immaginando di utilizzare la formazione e gli ammortizzatori sociali per salvaguardare i posti di lavoro. Da questo punto di vista, la disponibilità della Regione a individuare strumenti di sostegno al reddito è una notizia utile ma tutto dipenderà dai criiteri, dalle quantità economiche messe a disposizione e dal numero di lavoratrici e lavoratori coinvolgibili”.

Cara Regione, se c'è una direzione verso cui andare, pensiamo davvero che sia questa: senza mezze misure, senza specchietti per le allodole, ma con proposte concrete su cui chiediamo alla Regione di dare dimostrazioni concrete. La realtà dei fatti chiede un'inversione di tendenza, non una visita turistica.