Il 17 maggio, come ogni anno, la nostra organizzazione, così come la Confederazione europea dei sindacati e il resto della comunità Internazionale, celebra la Giornata mondiale per il contrasto all’omolesbobitransfobia. I diritti civili e lavorativi delle persone Lgbtqia+ sono sotto attacco da molti anni come parte integrante della strategia delle destre più estreme, ora al governo anche nel nostro Paese, per l’arretramento dei diritti sessuali e riproduttivi.
La nostra organizzazione reagisce e continuerà a reagire a questa deriva. È sempre più evidente la virulenza dell’attacco di cui sono oggetto nel nostro Paese in questi ultimi anni le figlie e i figli delle famiglie omogenitoriali e le persone trans*. Per questo continueremo a chiedere leggi che garantiscano il pieno rispetto e la piena uguaglianza di tutte le cittadine e tutti i cittadini a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere di ogni persona.
Continueremo, come abbiamo sempre fatto attraverso la contrattazione, a sollecitare norme contrattuali e atti amministrativi che anticipino i cambiamenti legislativi e che in questo modo li favoriscano: una contrattazione collettiva che da un lato consideri figli a tutti gli effetti i bambini e le bambine ancora non riconosciute come tali dall’ordinamento, e che dall’altro consenta alle lavoratrici e ai lavoratori che stiano in un percorso di affermazione di genere, l’utilizzo sul posto di lavoro del nome di elezione e del genere percepito, così come fatto nella Cgil riguardo al tesseramento. Il contributo alla creazione di una coscienza collettiva e di una cultura dell’inclusione nei posti di lavoro e nella società è infatti elemento necessario per favorire un consenso sempre più ampio rispetto agli avanzamenti legislativi, culturali e sociali.
Siamo convinti che ognuno nel proprio ambito d’azione si debba adoperare fortemente affinché le posizioni estremamente avanzate prodotte dalle istituzioni europee negli anni passati non conoscano futuri arretramenti per effetto dei possibili esiti dell’imminente appuntamento elettorale.
È fortemente necessario continuare a impegnarsi tenendo fermo il principio ribadito anche dal comunicato della Ces per la giornata odierna conformemente alla Convenzione 190 dell’Ilo: non ci possono essere comunità e posti di lavoro inclusivi senza il supporto e l’inclusione delle persone Lgbtqia+, perché il torto subito da un lavoratore o da una lavoratrice è un torto subito da tutti.
Sandro Gallittu, responsabile dell'Ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale