Nuovo bando, vecchia storia: la Regione Piemonte torna a stanziare fondi per le associazioni pro-vita nei consultori attraverso un nuovo bando. Quasi un milione di euro previsto dal Fondo Vita Nascente di quest’anno, ma rispetto allo scorso anno cambieranno alcuni dei criteri che le associazioni dovranno seguire. Una scelta scabrosa, che viene riconfermata nonostante le numerose proteste sia su questo tema sia sulla stanza antiaborto dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Un progetto che la giunta regionale continua a rivolgere a interlocutori privati e privilegiati, con interessi che in nessun modo hanno a che vedere con le donne, con la loro libertà di scelta e con un orientamento consapevole alla maternità. Torniamo a ribadire invece, che le risorse pubbliche devono essere destinate a progetti per il rafforzamento dei Consultori pubblici e dei servizi diffusi sul territorio dedicati alla salute delle donne e alla prevenzione.

Siamo venuti a conoscenza di un altro bando regionale per finanziare le associazioni pro vita nei consultori e abbiamo letto le dichiarazioni da parte delle opposizioni contro questo provvedimento. La CGIL regionale e di Torino hanno da subito preso posizione contro queste politiche da parte della Regione Piemonte che non hanno niente a che fare con la difesa della maternità e della famiglia, bensì servono ad alimentare canali privati e antiabortisti”, dichiarano Anna Poggio, Segreteria CGIL Piemonte ed Elena Ferro, Segreteria CGIL Torino.

Concludono: “Serve trasparenza nei criteri di assegnazione e nelle modalità di erogazione, presupposti indispensabili quando si tratta di stanziamenti che noi crediamo debbano essere destinati alle strutture pubbliche e ai consultori, per un vero sostegno alla salute delle donne, alla maternità, alla piena applicazione della legge 194. Questo, ancora oggi, in Piemonte incredibilmente non accade. In Emilia Romagna hanno sperimentato la somministrazione della pillola RU 468 a domicilio per l’applicazione di una pratica meno invasiva e più accessibile per l’interruzione di gravidanza, mentre nella nostra regione assistiamo a una politica oscurantista in contrasto con il diritto delle donne di scegliere in libertà”.