A 20 giorni dal lancio della campagna per i quattro quesiti referendari proposti dalla Cgil, in Piemonte sono 12.203 finora le firme raccolte in tutta la regione, mentre contemporaneamente la Cgil Piemonte si mobilita nei luoghi di lavoro attraverso 600 assemblee programmate per dare ai lavoratori e le lavoratrici la possibilità di metterci la firma.
Il lavoro in Italia è troppo precario e i salari sono troppo bassi. Tre persone al giorno muoiono lavorando. Per realizzare il massimo profitto possibile appalti, subappalti, finte cooperative, esternalizzazioni di attività sono diventati normali modelli organizzativi di ogni azienda privata e pubblica. Il frutto di vent’anni di leggi sbagliate è un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare.
La campagna referendaria vuole dare la parola all'insieme delle cittadine e dei cittadini, soprattutto in una fase di disillusione verso la politica e di disaffezione al voto.
Dai banchetti al portale: si potrà firmare anche digitalmente, basta collegarsi al sito cgil.it/referendum e seguire la procedura, semplice e veloce, oppure inquadrare l’apposito QR CODE.
“Questa è la prima partenza”, dichiara Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte, “lo strumento referendario convince lavoratori, lavoratrici, ma anche i pensionati e le pensionate che vengono a firmare per i/le nipoti, i figli e le figlie. Piace molto l'idea di fare delle leggi a tutela del lavoro, della salute e sicurezza e contro la precarietà, leggi che la politica, da sola, sembra non essere in grado di fare. La campagna prosegue, in Piemonte contiamo di raggiungere le 100mila firme”.